Villaggio del Pescatore: un sito palentologico, una passione per il mare e una storia da non dimenticare

Villaggio del Pescatore: un sito palentologico, una passione per il mare e una storia da non dimenticare


Il Villaggio del Pescatore (Ribiško Naselje in sloveno) rimane un piccolo borgo del Comune di Duino Aurisina con una sua storia assai recente.

Il “Villaggio”, così lo chiamano i locali, si costituì dall’edificazione di un nucleo di abitazioni poste lungo un porto-canale e incastonate tra il Bosco della Cernizza e le foci del Fiume Timavo.

Il Villaggio del Pescatore è l’ultimo “confine” italiano formato da un litorale sabbioso. Dalla vicina Duino, infatti, inizia la costa rocciosa che caratterizza tutta la costiera triestina da Sistiana sino a Miramare e poi prosegue anche nei vicini litorali sloveni e croati.

Questo borgo fu, costruito tra il 1951 e il 1952, nei pressi del cosiddetto Bocadin (Bokadin) per dare asilo a quaranta famiglie di pescatori giuliani e dalmati provenienti dai territori ceduti alla Jugoslavia. Clicca per fare un "salto nel passato" volto a scoprire usi e costumi di un tempo!

Inizialmente il Villaggio fu dedicato a uno dei santi patroni delle città istriane (chiamandosi, per l’appunto, "Villaggio San Marco”). Solo successivamente, gli fu attribuito il nome attuale nella sua duplice variante bilingue.

A distanza di tanti anni, il Villaggio non è cambiato molto e mantiene un suo fascino d'altri tempi dal quale traspare un amore smisurato dei suoi suoi abitanti per il mare.

A partire dagli anni novanta, alle famiglie d'esuli e ai loro discendenti si sono affiancati nuovi residenti. Oggi il Villaggio conta piu' o meno 300 abitanti. Il paese, oggi come allora, si sviluppa attorno alla sua darsena ("Centro Sportivo San Marco") che è sempre molto frequentata dai locali specie nei weekend. Ha una piazza da poco ristrutturata, la chiesa con la sua parrocchia, il Centro Cooperativo dei Pescatori Istriani "San Marco del Timavo" e la scuola materna.

Il Villaggio ha una sua storia recente ed un suo fascino assai retrò che permette di riscoprire il piacere dei ritmi lenti e delle piccole cose di una volta.

Il paese non offre molti servizi. Da anni, i locali sono abituati a “migrare” a Monfalcone piuttosto che a Gorizia o Trieste. In paese, è rimasto un bar-bottega, una pescheria, un negozio di nautica, un pescaturismo e qualche ristorante.

Nei pressi dello squero, all’inizio del porto canale è allestita, dal 2005, una mostra permanente intitolata "Storia e Preistoria attorno al Timavo".

La gestione della mostra e' affdata al  gruppo speleologico Flondar. Richiama più  o meno 7000 visitatori l’anno e rimane una piacevole esposizione di pannelli e oggettistica che riportano all’ epoca romana, a quella della  Prima Guerra Mondiale nonché alla storia del borgo.

Passeggiando, di vicolo in vicolo, nel Borgo, attraversando la piazza e passando sotto un portico si arriva al monumento dedicato ai "Pescatori esuli dell’Istria fedelissima".

Un monumento, che nella sua estrema semplicità architettonica, tiene viva la fiamma della memoria. Quella, che riporta al secondo dopoguerra, quando ci fu l’esodo dei pescatori istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre.

Visitare il “Villaggio”, in effetti, è anche questo. Incrociare gli sguardi, vivere i sorrisi e scoprire i racconti di alcune persone che vissero quel grande Esodo e potrebbero raccontarvelo. Potrebbero ricordare quelle terrre lasciate, ma forse mai dimenticate, facendovi riflettere su una Storia ormai passata ma da ricordare per sempre.

Poco distante dallo squero, ha inizio anche il suggestivo sentiero storico naturalistico di punta Bratina che, percorrendo le trincee della linea austroungarica del Flondar e toccando alcuni siti di epoca romana, vi condurrà sino al fiume Timavo.

L’ex cava calcarea situata tra Duino e il Villaggio del Pescatore, invece, è un sito fossilifero di interesse mondiale.  Nel 1994, in questo sito palentologico, fu ritrovato il più completo dinosauro di dimensioni medio-grandi mai rinvenuto in Europa.

Lo chiamarono Antonio ed era un  adrosauride insulare della Tetide (Tethyshadros insularis). 

Di lui si sanno davvero molte cose (Clicca). Del resto, fu trovato in un perfetto stato di conservazione. Era alto quasi un metro, lungo quattro, pesava 700 chili, aveva una testa allungata e dotata in curioso becco con punte sporgenti.

Il dinosauro, era sicuramente vegetariano (ma non erbivoro). Del resto, l'erba, così come la conosciamo noi, circa 70 milioni di anni di fa non esisteva ancora sulla terra.

Attualmente, il fossile di Antonio è visibile al Museo di Storia Naturale di Trieste che gli ha dedicato un'apposita sala, e dove sono presenti moltissimi altri fossili provenienti dallo stesso sito palenotologico.

Negli stessi strati rocciosi in cui fu trovato Antonio, in una spessa lente di calcari laminati, furono recuperati anche i resti fossili di pesci, gamberetti, coccodrilli, pterosauri e di un altro dinosauro "locale" successivamente battezzato con il nome di Bruno.

Quando visitare il Villaggio del Pescatore? E' uno dei quei luoghi da vedere in tutte le stagioni preferibilmente con una giornata di sole. Ma visitandolo di domenica, all'ora della Santa Messa, potrebbe stupirvi favorevolmente.

I canti e la liturgia dei fedeli e del sacerdote, vengono propagati in quasi tutto il paese, da un megafono posto sopra il campanile, e sono percebili sino al Bosco della Cernizza. L'atmosfera che si crea in quel momento, per quanto semplice, si rivela assai suggestiva e ricorda posti e culture assai lontane dal Villaggio del Pescatore.

 

Info:

Tutte le informazioni utili per il turismo in Friuli Venezia Giulia sono disponibili sul sito: https://www.turismofvg.it/ .




Pubblicato da Marco Cadelli
In data: 04-04-2022
Categoria: Storia
Album: Duino Aurisina: tra mare e Carso
Location: Friuli Venezia Giulia

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