Riuso di beni religiosi, Costa: rimettere in relazione patrimonio culturale e comunità

Riuso di beni religiosi, Costa: rimettere in relazione patrimonio culturale e comunità

L’europarlamentare cita il Papa: ‘la dismissione non deve essere la prima e unica soluzione a cui pensare, né mai essere effettuata con scandalo dei fedeli’.

“L’Anno europeo del patrimonio culturale è fondamentale anche per la valorizzazione del patrimonio cristiano, che pone al centro la persona, la sua creatività e la consapevolezza che non è possibile distinguere un patrimonio religioso da uno culturale, in senso generale”. Silvia Costa, europarlamentare PD e relatrice di Europa Creativa, ha partecipato al convegno “Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici”. L’evento è stato promosso e organizzato, sotto la guida del Cardinal Ravasi, dal Pontificio Consiglio della Cultura-Dipartimento per i Beni Culturali, dalla Conferenza Episcopale Italiana–Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e dalla Pontificia Università Gregoriana-Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa-Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa.

IL CONVEGNO

Il convegno si è svolto in due giornate di lavoro. Nella prima è stato affrontato il grave e urgente problema della dismissione di chiese e della loro nuova destinazione. Nella seconda giornata l’attenzione è stata rivolta alla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico come un aspetto della attività pastorale delle diocesi.

Le due mattinate sono state aperte al pubblico, mentre i pomeriggi saranno stati riservati ai delegati delle conferenze episcopali di Europa, America settentrionale e Oceania. Questi paesi infatti presentano condizioni sociali molto simili e sono accomunati da problematiche analoghe nella gestione del patrimonio culturale.

IL PATRIMONIO RELIGIOSO

Infatti, se i siti più visitati in Europa sono le chiese di Notre-Dame e Sacré-Cœur di Parigi e San Pietro a Roma, è indubbio che il patrimonio religioso nel nostro continente rappresenta la più vasta categoria di patrimonio culturale europeo. Chiese e cattedrali definiscono i paesaggi europei, mentre i pellegrinaggi e gli itinerari culturali europei collegano migliaia di città, villaggi e regioni valorizzando il patrimonio diffuso di cui è ricca l’Italia”.

L’ANNO EUROPEO DEL PATRIMONIO CULTURALE

In un periodo di divisioni e di incertezze all’interno dell’Unione Europea, prosegue l’europarlamentare, l’Anno europeo del patrimonio culturale “intendeva rafforzare il senso di comunità tra le nazioni e i popoli europei. La cultura cattolica in Europa è unitiva, dialogante, accogliente nella diversità e si esprime anche attraverso il suo patrimonio tangibile, intangibile, artistico e storico. La costruzione continua di un edificio è un elemento fondativo per la costruzione di una comunità civile o religiosa. Il semplice riuso non risponde a questa esigenza e forse per questo si costruiscono nuove chiese. Chiesa come cantiere permanente sia diacronico che sincronico, come testimonianza della storicità del cristianesimo, l’agire architettonico come temporalità della Chiesa”.

I BENI CULTURALI TESTIMONI DELLA FEDE

Silvia Costa cita allora le parole di Papa Francesco: ‘I beni culturali ecclesiastici – scrive il Papa – sono testimoni della fede della comunità che li ha prodotti nei secoli e per questo sono a loro modo strumenti di evangelizzazione che si affiancano agli strumenti ordinari dell’annuncio, della predicazione e della catechesi’.

LE DISMISSIONI NON DIANO SCANDALO

Il convegno, continua Costa, si propone di affrontare “il grave e urgente problema della dismissione di chiese e della loro nuova destinazione”, insieme alla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico, come un aspetto delle attività pastorali delle diocesi. Penso che ‘la dismissione non deve essere la prima e unica soluzione a cui pensare, né mai essere effettuata con scandalo dei fedeli. Qualora si rendesse necessaria, dovrebbe essere inserita per tempo nella ordinaria programmazione pastorale, essere preceduta da una adeguata informazione e risultare il più possibile condivisa’.

RIMETTERE IN RELAZIONE PATRIMONIO E COMUNITA’

Secondo l’europarlamentare, infine, “bisogna rimettere in relazione il patrimonio culturale e la comunità. La Convenzione di Faro parla del valore che un bene ha per la società e come tutelarlo e valorizzarlo. E il patrimonio religioso – conclude Costa – ha più risposte da poter dare ma anche nuovi interrogativi di fronte a chiusure di luoghi sacri”.

FONTE: agcult.it




Pubblicato da Pierpaolo Dori
In data: 01-12-2018
Categoria: Altro
Album: beniculturalionline - News
Location: Tutta Italia

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