Lord Elgin e la spoliazione dei marmi del Partenone di Atene in Grecia

Lord Elgin e la spoliazione dei marmi del Partenone di Atene in Grecia


L'esame approfondito della storia del Partenone diventa essenziale per comprendere la sequenza di eventi che portarono alla rimozione dei suoi marmi, metope e sculture da parte di Lord Elgin nel 1801.

L'edificio stesso ha subito molte trasformazioni nel corso dei secoli. Danneggiato dagli eruli nel 276, fu chiuso al culto nel 435 a seguito dell'editto di Teodosio II.

Nel VI secolo, fu trasformato in una chiesa cristiana e, dopo la conquista ottomana della Grecia nel 1456, fu convertito in una moschea.

Durante la guerra di Morea (1684-1699) tra la Repubblica di Venezia e gli Ottomani, il Partenone subì un bombardamento nel 1687 da parte dei veneti.

Questo evento causò danni significativi alla struttura centrale a causa dell'esplosione di depositi di munizioni turchi al suo interno.

Francesco Morosini, capo della spedizione veneziana, fu incaricato di rimuovere le sculture più importanti, ma il trasporto causò danni irreparabili a opere come la Testa Weber-Laborde, ora conservata al Museo del Louvre.

Solo grazie ai disegni del pittore Jacques Carrey del 1674 possiamo oggi immaginare l'aspetto originario del frontone ovest del Partenone prima del bombardamento veneziano.

Le più significative rimozioni delle sculture dell'Acropoli, in particolare i marmi del Partenone e dell'Eretteo, furono compiute da Thomas Bruce, VII conte di Elgin, ambasciatore britannico presso l'Impero Ottomano dal 1798 al 1803. Ottenne un firmano dal sultano che gli permise di riprodurre e asportare parte delle sculture.

Lord Elgin iniziò la rimozione nel 1801, causando danni alla struttura e asportando diverse opere. Affidò a Antonio Canova il compito di restaurare le sculture decapitate e mutilate durante il trasporto, ma l'artista italiano rifiutò.

Nel 1816, Lord Elgin vendette la sua collezione al British Museum, dove i marmi furono esposti dal 1832.

Nel corso degli anni, sono diventati noti come i "marmi di Elgin".

Negli ultimi trent'anni, è nato un movimento per la restituzione dei marmi alla Grecia, ma il British Museum ha sempre sostenuto che l'acquisizione fu legale e che le sculture ora hanno un significato complementare nel contesto museale britannico.

La Grecia, d'altra parte, ha insistito sulla legittimità della richiesta di restituzione, sottolineando l'importanza di preservare e restituire il patrimonio culturale alla sua terra d'origine.




Pubblicato da culturalword
In data: 08-02-2024
Categoria: Archeologia
Location: Tutta Italia

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