Il Monte Ermada: panorami di guerra e vie austroungariche

Il Monte Ermada: panorami di guerra e vie austroungariche


In sloveno è il “Grmada”.  Per gli italiani, invece, è il Monte Ermada. Ossia un susseguirsi di cime, 323 metri d’ altezza massima e un’estensione di oltre cinque chilometri dal vallone di Brestovizza al mare. Siamo nei pressi delle paludi del Lisert a due passi da Trieste.

Questo monte ricorda la Grande Guerra; la Battaglia dell’Isonzo per intenderci. Furono fitti, in quel periodo, i bombardamenti italiani che miravano ad aprirsi una via per arrivare nella “strategica” Trieste.  

La montagna era ben diversa da quella attuale. Appariva sconvolta e in fiamme. Alla fine degli attacchi, le truppe austro-ungariche capeggiate dal generale croato Svetozar Boroevic von Bojna, né uscirono pressoché illese dai bunker in cui stavano riparate respingendo ogni assalto delle fanterie italiane.

Oggi, il monte Ermada è diverso. I segni della guerra rimangono e sono evidenti. Ma la natura è viva e rigogliosa. Ci sono in totale un milione di metri quadrati di boschi, tante doline, molti sentieri, numerose grotte, le trincee e i bunker. I sentieri della zona sono battuti da qualche escursionista e da molti animali allo stato brado. In particolare caprioli, camosci e cinghiali.

La area è stata preservata dalle associazioni ambientaliste che si sono date un gran da fare per ripristinare sentieri e pulire le trincee. Ma questo territorio, per quanto unico nel suo genere, non ha una grande vocazione turistica.

Le montagne carniche o venete sono vicine, eppure fare trekking a queste latitudini può essere altrettanto piacevole ma non impegnativo. Neanche l’abbigliamento richiede particolari attenzioni. Al massimo, per i più curiosi, va raccomandata una torcia che si rivela indispensabile per visitare le caverne e gli anfratti.

La scoperta del Monte Ermada parte da Ceroglie (Cerovlje) in prossimità dell’agriturismo, che ne prende il nome. Il sentiero 3 è il riferimento, che gli escursionisti devono seguire, durante il trekking, nonché l’itinerario più piacevole che porta anche alle grotte più interessanti.

 

La prima, sul sentiero, è la Caverna del Motore. Durante la guerra, era una sorta di campo base, in cui l’esercito lasciò un gran riflettore e un gruppo elettrogeno che distribuiva energia in tutte le caverne dell’altura.

Salendo, si incontra l’ingresso artificiale della grotta del Monte Ermada o dell’Ospedale. Probabilmente la più strategica del periodo bellico e oggi la più apprezzata dagli escursionisti. Al suo interno, si apre una galleria artificiale lunga oltre settanta metri, con due nicchie laterali, che in periodo di guerra fu deposito di attrezzature belliche e munizioni. Da lì a poco, si scorge l’ingresso naturale e una seconda galleria, in cui prevalgono stalagmiti e stalattiti dalle forme più strane.

Da questa grotta, la vetta è abbastanza vicina. Arrivati in cima, una sosta è doverosa perdendo lo sguardo, a 360 gradi, tra “Mare e Carso”.

Scendendo si incontra la Grotta del Pilone. In periodo di guerra, era una sorta di bivacco per le truppe. Oggi rimane una cavità tutta da scoprire, ma soprattutto l’ingresso per la Grotta della Gavetta o Zita. Altro esempio, di quanto possa essere fantasiosa la natura carsica.

Da qui, il paesino di Ceroglie non è tanto distante e l’itinerario dell’Ermanda volge praticamente alla fine. Oramai è tempo di riflessioni e pensieri per una guerra che, a guardare le numerose trincee e targhe dell’Ermada, ha lasciato più di qualche traccia. E per una natura, unica nel suo genere, che per quanto poco conosciuta sa davvero sorprendere!

Info utili:

Gruppo Speleologico Flondar
Villaggio del Pescatore, 102
I-34013 Duino Aurisina  (TS) 
Tel. +39 040 209075-208853
Cell. +39 339 6908950

Trieste Infopoint
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Fax +39 040 3478320
[email protected]




Pubblicato da Marco Cadelli
In data: 29-03-2022
Categoria: Storia
Album: Duino Aurisina: tra mare e Carso
Location: Friuli Venezia Giulia

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