Entrata Gratuita ai parchi archeologici in provincia di Salerno



Nei giorni della BMTA sarà previsto l’ingresso gratuito ai seguenti siti e parchi archeologici in provincia di Salerno:

Il Museo Archeologico Nazionale di Paestum custodisce reperti provenienti dalla città e dal territorio di Poseidonia-Paestum. Suppellettili preistorici, corredi funerari e le metope del santuario di Hera Argiva fanno da cornice alle lastre dipinte della famosa Tomba del Tuffatore (480 a. C.), rinvenuta dall’archeologo Mario Napoli grazie a diverse campagne di scavo portate avanti negli anni Sessanta in località Tempa del Prete. Di grande interesse anche la statua fittile seduta di Zeus (metà VI sec. a. C.); il grande busto fittile femminile acefalo (fine del VI secolo a.C.); le anfore a hydrie in bronzo (metà del VI sec. a.C.) e le statuine fittili raffiguranti Hera, la sposa di Zeus, che regge in una mano il melograno e nell’altra un bambino o una chiave o la patera, tutti simboli di fertilità. Una simbologia poi traslata nella rappresentazione iconografica della Madonna del Granato, nel santuario di Capaccio. Sculture, iscrizioni marmoree, oggetti di culto, frammenti di vasi e anfore di epoca romana di Paestum completano il percorso espositivo del Museo, offrendo al visitatore una panoramica completa della storia del sito archeologico.

 

Il Parco Archeologico di Paestum consente al visitatore di effettuare un viaggio tra i monumenti della greca Poseidonia fondata, secondo il geografo Strabone, alla fine del VII sec. a.C. dagli Achei provenienti dalla colonia di Sibari, in Calabria. Conquistata alla fine del V sec. a.C. dai Lucani, nel III sec. a.C. Posidonia divenne una colonia latina e fu ribattezzata Paestum. Protetto da 5 chilometri di cinta muraria pentagonale, caratterizzata da quattro porte sormontate da simboli apotropaici, il Parco Archeologico custodisce imponenti templi dorici (IV e V sec. a.C.) quali la Basilica di Hera, il Tempio di Nettuno o Poseidon e il Tempio di Cerere. La Basilica, il più antico dei templi di Paestum si alza solenne con le colonne doriche del porticato orientato a Est. L’esempio più classico di tempio dorico del mondo greco è, poi, il tempio di Nettuno, mentre all’estremità settentrionale della zona sacra sorge il tempio di Cerere, dedicato alla dea Atena. Negli scavi si possono ammirare anche edifici romani quali le terme, il portico del foro e l’anfiteatro.

 

Il Parco Archeologico di Velia, testimonianza dell’antica Elea, fondata intorno al 540 a.C. da coloni Focei e sede della scuola filosofica eleatica (fine VI secolo a.C.) che ebbe come esponenti di maggior spicco i filosofi Parmenide e Zenone. Interessante l’impianto urbanistico della città e l’imponente “Porta Rosa” (dedicata dall’archeologo Mario Napoli alla moglie Rosa), unico esempio di architettura greca con volta a tutto sesto. Pregevole è il muro del recinto sacro con la stoà (portico) pavimentata in mattoni, di età ellenistica.

 

Il Museo Archeologico Nazionale e della Media Valle del Sele di Eboli ha sede nel Convento di San Francesco. Fondato nel XIII secolo e ristrutturato nel XVI, prima dell’ultimo conflitto è stato la sede del Municipio, della Pretura e del locale Ginnasio. I bombardamenti ne determinarono la parziale distruzione e l’abbandono. Un recente restauro ha consentito alla Soprintendenza Archeologica di Salerno e Avellino, su concessione del Comune, di adibire a museo l’ala occidentale del convento. Attualmente la struttura museale custodisce soprattutto i corredi funerari scoperti nelle tombe rinvenute nel centro antico di Eboli che in età antica, grazie alla sua posizione geografica strategica, ha rappresentato una frontiera per diverse identità culturali. Il percorso espositivo si articola seguendo un criterio cronologico: dalla preistoria all’Età del Ferro, proseguendo con il periodo Orientalizzante (VIII - VII sec. a.C.) caratterizzato da un cospicuo corredo funerario e concludendo con la ricca documentazione risalente al IV sec. a.C.

 

Il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano “Gli Etruschi di frontiera” custodisce le testimonianze più significative della presenza etrusca a Pontecagnano che, insieme a Capua, rappresenta l’insediamento etrusco più importante della Campania. Lungo il percorso espositivo si può ammirare il ricchissimo corredo funerario rinvenuto nelle oltre 9000 tombe della necropoli, che dimostrano la costante presenza etrusca sul territorio, dall’Età del Ferro (fine X e inizi IX sec. a.C.) all’Età romana quando all’insediamento etrusco-italico si sovrappone la colonia di Picentia (263 a.C.). Il fulcro dell’esposizione museale è rappresentato dai corredi funerari principeschi del periodo Orientalizzante (fine VIII - VII sec. a.C.), caratterizzati da manufatti per il simposio, vasi in bucchero (ceramica etrusca di colore nero, sottile e leggera), gioielli preziosi, pesi per il telaio. Il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano è stato allestito dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno e Avellino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e con l’Università degli Studi di Salerno.

 

La Certosa di San Lorenzo a Padula è il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale e uno dei più interessanti in Europa per bellezza architettonica e artistica. A forma di graticola, per ricordare come fu martirizzato San Lorenzo, vanta un chiostro che si estende su una superficie di 15mila metri quadrati. I lavori di costruzione iniziarono nel 1306 per volontà di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore dei Vallo di Diano. La corte esterna è costituita da un grande cortile rettangolare, intorno al quale erano ospitate buona parte delle attività produttive. L’originaria veste cinquecentesca, realizzata in pietra locale e rigidamente scandita dall’ordine dorico delle colonne binate, fu arricchita poi in epoca barocca con statue e pinnacoli. La Chiesa, a navata unica con cinque cappelle sul lato destro, è divisa in due zone da una parete. Varcata la soglia, ci si trova di fronte alla scala elicoidale, che conduce all’antisala della biblioteca. Di particolare interesse anche la grande cucina dove, secondo la leggenda, fu preparata la frittata di mille uova per sfamare i sodati dell’esercito di Carlo V (1535). I Certosini lasciarono Padula nel 1807, durante l’epoca francese del Regno di Napoli, e vi tornarono dieci anni dopo. Nel 1882 la Certosa è stata dichiarata monumento nazionale e affidata alle cure del Ministero dell’Istruzione Pubblica. Dal 1998 è inclusa nella lista di monumenti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

 

Per ulteriori info: www.borsaturismoarcheologico.it


Data inizio: 27/10/2022
Data fine: 30/10/2022

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Evento inserito da CHO.earth


Parco Archeologico di Paestum


Parco Archeologico di Paestum
Via Magna Graecia, 917/919, 84063
Capaccio Paestum (SA)
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