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Perché così tanti monumenti fascisti sono ancora in piedi in Italia?
Così recitava il titolo dell’articolo pubblicato sul sito del «New Yorker», a firma di Ruth Ben-Ghiat, docente di Storia e Studi italiani presso la New York University.
Parafrasando le parole di Vittorio Gregotti in risposta alla provocazione mossa dalla Ben-Ghiat, sarebbe bene fare un salto indietro nel tempo per capire cosa ha rappresentato l’architettura “fascista” in Italia, guardando ai processi artistici in maniera oggettiva e trascendendo la politica....
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L’architettura razionale - come noi la intendiamo - ritrova le armonie, i ritmi, le simmetrie nei nuovi schemi costruttivi, nei caratteri dei materiali e nella rispondenza perfetta alle esigenze cui l’edificio è destinato”. Adalberto Libera, catalogo della Prima Esposizione Italiana di Architettura Razionale, Roma 1928.
Vista del Palazzo dei Congressi, Roma (EUR)
Scena del film "La dolce Vita" di Fellini.
Gli ampi spazi e le colonne di marmo bianco del quartiere furono amati anche da tanti altri registi che decisero di ambientare in questo quartiere molti dei loro film. Primo a usarlo come set è stato Roberto Rossellini per «Roma città aperta», Mario Monicelli decide di girare qui alcune scene di «Risate di gioia» con Anna Magnani, ma è bene ricordare anche Dino Risi con «Il sorpasso» e Vittorio De Sica con «Il boom».
Scena del film "Roma città aperta" di Rossellini.
«Ti voglio proprio bene, Peppino caro, e anche io ho nostalgia di quelle sgangherate notti sul prataccio dell' Eur».
Federico Fellini all’attore Peppino De Filippo, 7 agosto 1961.
Pubblicato da Arte e Architettura del Ventennio
In data: 22-05-2019
Categoria: Cause Nonprofit
Album: Architettura ed Architetti Italiani nel Ventennio
Location: Tutta Italia