La stazioncina di Populonia

La stazioncina di Populonia

La nascita della strada ferrata

L’area industriale di Piombino ebbe la sua nascita nel 1866 con la costruzione della “Società Novello, Ponsard e Gigli – Magona d’Italia in Piombino”, il primo stabilimento siderurgico della zona. In seguito si aggiunsero altre industrie siderurgiche sul litorale di Portovecchio di Piombino. Questo polo industriale, collegato direttamente ai giacimenti dell’Isola d’Elba, necessitava di un collegamento ferroviario con la linea tirrenica dell’entroterra. Fu così che nel 1879 venne deliberata la costruzione della ferrovia Cornia (attuale Campiglia Marittima) – Piombino. Attraversava la tenuta di Poggio all’Agnello, di proprietà del conte Desideri di Populonia che, naturalmente si oppose. La battaglia durò due anni, al termine dei quali il conte si accontentò dell’immensa cifra ottenuta per l’esproprio dei terreni, dell’aver ottenuto che la stazione avesse il nome della propria tenuta e dall’aver garantito che, davanti alla macchina, fosse piazzato un uomo munito di corno da suonare per allontanare le sue bestie dal binario. Oltre al divieto per il macchinista di gettare il sigaro nelle stoppie per impedire gli incendi.

La linea ad unico binario, per 14 km, venne inaugurata il 5 Aprile 1892 ed affidata alle “Strade Ferrate del Mediterraneo”. Partendo da Campiglia, toccava le stazioni di Populonia e Portovecchio di Piombino, fino ad arrivare al centro di Piombino. Nel 1905 la linea passò alle Ferrovie dello Stato.

Si ricorda il tragico incidente del 18 febbraio 1934, domenica del carnevale di Piombino: per l’occasione erano stati programmati alcuni treni straordinari e alle 21.45 l’automotrice proveniente da Campiglia, partì dalla stazione di Populonia senza attendere il treno straordinario partito poco prima da Portovecchio in direzione di Campiglia. L’inevitabile scontro causò la morte di sedici persone.

La stazioncina di Populonia tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta venne più volte premiata fra le più belle d’Italia per l’abbellimento e il decoro degli impianti. Passeggiando lungo il marciapiede che costeggia i binari si possono ancora vedere i resti di quelle che erano panchine dipinte e muretti adorni di conchiglie e piccole scorie di minerali; non resta molto invece del bel giardino con aiuole fiorite che i capistazione curavano con tanta passione.

Fonti: http://www.storia-toscana.it




Pubblicato da comitatobaratticornia
In data: 26-03-2020
Categoria: Storia
Location: Toscana

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