Latina, (LT)


Latina è stata fondata col nome di Littoria durante il ventennio fascista e inaugurata il 18 dicembre 1932, è una delle più giovani città d'Italia: assunse la denominazione attuale il 7 giugno 1945 a seguito della pubblicazione del decreto luogotenenziale del 9 aprile 1945, n. 270, con cui il toponimo fascista veniva sostituito da uno che consentiva di mantenere la sigla esistente della provincia.

Prima della bonifica dell'Agro Pontino, il territorio era caratterizzato da estese zone umide di cui sono conservate le ultime vestigia all'interno del Parco Nazionale del Circeo e dell'Oasi di Ninfa. Nonostante fossero un'area ad elevata biodiversità e di particolare importanza per la migrazione dell'avifauna, queste zone erano luogo di riproduzione della zanzara anofele, famigerato vettore della malaria che, assieme alle abbondanti acque stagnanti, hanno da sempre reso difficile la colonizzazione e lo sfruttamento agricolo della pianura pontina fin dall'antichità.

Le prime popolazioni che vi abitarono furono i Latini (popolo che dà il nome al Lazio, Latium, e alla stessa lingua dei romani), da cui deriva l'attuale nome della città, che vi fondarono Satricum, ai confini con l'attuale comune di Nettuno, e altre città della lega latina i cui resti oggi si trovano nella parte nord della provincia. In seguito i Romani costruirono la Via Appia, dove si trovava Tres Tabernae (odierna Cisterna di Latina) e successivamente sorsero diversi centri tra cui Tripontium (odierna Tor Tre Ponti) e Forum Appii (odierna Borgo Faiti), citato negli Atti degli Apostoli.

Successivamente, con le invasioni barbariche e gli attacchi dei Saraceni, le opere di bonifica attuate dai Romani furono distrutte, e la palude tornò ad invadere anche quei territori che si era riusciti a strappare all'acqua. Nei secoli successivi, da parte di diversi Papi, si segnaleranno tentativi di bonifica, quasi tutti destinati al fallimento. In quegli anni, Latina sarà un immenso latifondo della famiglia Caetani e tale resterà fino agli anni trenta.

Negli iniziali progetti di bonifica il fascismo aveva previsto per l'Agro pontino uno sviluppo esclusivamente rurale, senza la nascita di nuovi centri urbani di notevoli dimensioni.

Presto però il commissario governativo per la bonifica, Valentino Orsolini Cencelli, si rese conto che i preesistenti comuni di Cisterna e Terracina erano insufficienti a coprire le esigenze dei pionieri.

Il progetto di un nuovo centro amministrativo puntò quindi sulla località del "Cancello del Quadrato", dove sorgevano già piccoli insediamenti.

La prima pietra della nuova città, il cui progetto era curato secondo i canoni dell'architettura razionalista da Oriolo Frezzotti, venne posta il 30 giugno del 1932.

La stampa estera esaltò la costruzione di Littoria dedicando ad essa ampi articoli.

Mussolini il 18 dicembre dello stesso anno partecipò alla solenne cerimonia d'inaugurazione.

La nascita della nuova città fece il giro del mondo. Il territorio comunale fu creato ricavandolo in larga parte da quello dell'attuale Cisterna di Latina (all'epoca "Cisterna di Roma" e dal 1935 "Cisterna di Littoria"), ma anche dai comuni di Nettuno e Sezze.

Littoria fu eretta a capoluogo della neonata provincia nel 1934.

La propaganda fascista sfruttò l'opera della bonifica e la inserì all'interno della "battaglia del grano" per combattere la crisi economica successiva all'autarchia.

Mussolini si recava spesso nelle ex paludi e sono note le immagini propagandistiche di Mussolini che si mostra intento a lavorare il grano a torso nudo, insieme ai coloni.

Il comune di Littoria fu popolato con l'immigrazione massiccia di coloni soprattutto veneti, friulani, emiliani e romagnoli, oggi denominati nell'insieme comunità venetopontine, ai quali furono consegnati i poderi edificati dall'Opera Nazionale Combattenti, similmente a quanto operato nei limitrofi comuni della pianura.

Fra il gennaio e il maggio del 1944, la città fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e il territorio circostante fu coinvolto prima nello Sbarco di Anzio e poi nella Battaglia di Cisterna, eventi importanti che portarono alla liberazione di Roma da parte degli alleati.

Nel 1944, mutò il suo nome in Latina segnando esplicitamente così un distacco con la dittatura. Il nuovo toponimo fu deciso assumendo quello antico del territorio che la circonda ossia il Latium Novum.

Inserita, insieme alla provincia, nelle aree tutelate dalla Cassa del Mezzogiorno, conobbe negli anni sessanta e negli anni settanta una straordinaria crescita economica e demografica trasformandosi nel giro di pochi anni da centro rurale in una città industriale.

Negli anni cinquanta a Borgo Sabotino fu costruita una centrale nucleare all'avanguardia fortemente voluta da Enrico Mattei.

La centrale fu chiusa dopo i referendum del 1987 e oggi è in via di smantellamento.



Latina
Indirizzo: Via A. Costa 1 04100, Latina
(LT)
Telefono: 06 0771
Sito: https://www.provincia.latina.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1

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