Santuario Madonna delle Grazie, Teramo (TE)


La celebre e veneratissima statua della Madonna delle Grazie di Teramo ha lasciato il testimone alla sua controfigura, una copia fedelissima, che è stata consegnata presso l’omonimo Santuario cittadino il 21 giugno 2020, e che il 2 luglio 2020 ha percorso in processione le strade della città.

Come accade nel cinema, dove gli attori relegano le scene più concitate e pericolose ai più preparati e atletici stuntman, così queste opere d’arte, antiche e preziose, andrebbero preservate da situazioni considerate rischiose, come, ad esempio, le rituali processioni, che costituiscono momenti delicati e pericolosi per l’integrità di questi beni.

La statua della Madonna delle Grazie, una scultura lignea policroma e dorata, è databile attorno al 1474, anno in cui furono ultimati i lavori per l’adeguamento del convento, e attribuita dagli storici a Silvestro Dell’Aquila. L’opera si inserisce, con prepotenza e innegabile raffinatezza e perizia artistica, nella cerchia di quei manufatti scultorei considerati tra i più importanti e rappresentativi esempi del Rinascimento abruzzese, e uno dei più alti esempi di scultura lignea del Centro Italia.

Il bene raffigura una Madonna seduta su uno scranno, che adora il suo Bambino, sdraiato giocoso sulle ginocchia materne; il manto della Vergine è decorato interamente attraverso l’applicazione di foglia d’oro zecchino, elemento che rende questo manufatto, oltre che importantissimo sotto il profilo storico artistico, altrettanto prezioso per i materiali utilizzati nella tecnica esecutiva.

L’opera, al di là della sua valenza artistica e storica, è da sempre stata oggetto di profonda devozione religiosa, come accade per ogni manufatto di questo tipo, che anzi nasce, in ogni secolo, principalmente con tale finalità, prima ancora di essere considerato un oggetto d’arte.

E’ infatti innegabile che la fede e la devozione popolare siano state, da sempre, i principali motori della produzione artistica e architettonica ad ampio raggio, tuttavia, proprio tale attaccamento ai simulacri cristiani ha generato, in ogni secolo e ancora oggi, gravi degradi a queste opere che sono fortunatamente giunte a noi, in condizioni conservative più o meno felici a seconda dei casi, e che noi abbiamo il dovere di tramandare ai posteri nel miglior modo possibile.

La storia dell’arte è ricchissima di fenomeni di distruzione, manomissione, alterazione di beni, con risultati assai più devastanti, perpetrati dalla mano dell’uomo, rispetto al naturale e fisiologico degrado dei materiali costitutivi dell’arte: purtroppo, i maggiori danni li abbiamo causati noi, e spesso in buona fede, pensando di far meglio, di sistemare una statua o di abbellirla.

Le linee guida etiche della conservazione moderna cercano proprio di bilanciare queste due istanze, andando a preservare sia l’aspetto storico artistico e tutela di un manufatto secolare, che rappresenta l’identità di un popolo, sia l’aspetto religioso-devozionale: la partita non è mai semplice e spesso si snoda su delicati compromessi che mirano appunto ad assecondare contemporaneamente due fattori antitetici. Ecco perché, al giorno d’oggi, risulta particolarmente critico il tema delle processioni: sono questi infatti dei momenti estremamente delicati e rischiosi per l’integrità di un’opera d’arte, che viene movimentata e trasportata da personale non esperto in materia e senza adeguati strumenti e accorgimenti, esponendo le opere a rischi di cadute e urti accidentali.

Problema ancor più trascurato, il repentino cambio di ambiente (dalla chiesa all’esterno), costituisce già di per sé un pericolo, dal momento che tutti i materiali dell’arte, essendo abituati a determinate condizioni di temperatura e umidità, vedono bruscamente variare i parametri e si comportano di conseguenza: le variazioni ambientali causano allentamenti dei tessuti, rigonfiamenti e restringimenti di tutti i materiali, movimenti che vanno a sollecitare il colore delle decorazioni, con epilogo facilmente immaginabile.

Tale discorso, valido per ciascun’opera d’arte, diventa di primaria importanza e degno di considerazione e pronta risoluzione per beni antichi e preziosi come la nostra Madonna delle Grazie la quale non può più permettersi di essere esposta ad un così alto rischio processionale, anche se praticato una sola volta all’anno.

Su interessamento dei Frati Minori del Santuario, e per loro dal Rettore Padre Vincenzo Galli, è stata quindi realizzata una copia, che sostituirà l’originale durante le processioni e tutti gli usi devozionali che comportano fasi rischiose, mentre l’originale resterà al sicuro in chiesa, protetto e visibile regolarmente.

Il lungo lavoro che ha riprodotto una replica fedele della statua è stato il risultato di un’equipe specializzata, tutta abruzzese, che ha operato in sinergia e attenta dimestichezza nella resa plastica ed estetica di ogni minimo dettaglio dell’originale.

Tutte le fasi di lavorazione sono state guidate da Luca Di Berardino e Sergio Pasqual, della 3dSapiens di Pescara, i quali hanno dapprima acquisito, attraverso circa cento fotografie, tutti i dettagli e i profili della statua; successivamente, utilizzando tecniche fotogrammetriche, che permettono di risalire alla geometria volumetrica di un oggetto, attraverso un software, è stato possibile ricostruire un modello 3d dell’opera.

Il laboratorio NEL Design di Corropoli ha “materializzato” il modello 3d, tramite fresatura di blocchi di EPS (polistirene espanso sinterizzato), per quanto riguarda la Vergine, mentre il Bambinello è stato stampato in resina.

A questo punto, ottenuta la statua interamente di colore bianco, è stato possibile procedere con la resa estetica, affidata alla decoratrice pescarese Filomena Tavano, la quale ha dipinto a mano l’intero manufatto con colori acrilici, soffermandosi minuziosamente nella fedele resa non solo delle cromie originali, ma anche di tutti quegli elementi che vanno a costituire il “vissuto” dell’opera, ossia piccoli cretti e fessurazioni delle superfici, minime discrepanze e patine residue negli interstizi, e ogni minimo dettaglio che l’originale manifesta attualmente e che aiuta a conferire alla copia la fedeltà all’originale nella patina antica, senza apparire “nuova”.

3dSapiens – Cultura 3d

Le zone dorate sono state riprodotte con foglia d’oro zecchino e foglia di ottone, mentre alcune rifiniture in rilievo, presenti sulle vesti e sul basamento, sono state imitate realizzandole in stucco.

Questa minuziosa attenzione pittorica e plastica, unita ad una finitura superficiale della medesima brillantezza della statua antica, hanno portato ad un risultato di estrema fedeltà con l’originale, con l’aggiunta, non trascurabile, dell’alleggerimento del peso complessivo, così che, durante la processione, risulterà più agevole trasportare la copia.

Valentina Muzii, restauratrice in Teramo

 



Santuario Madonna delle Grazie
Indirizzo: Largo Madonna delle Grazie, 64100
Teramo (TE)
Telefono: 0861250392
Sito: http://www.paesiteramani.it/Paesi/TeramoMadGrazie.htm

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