Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, Torino (TO)


Il Museo di Antropologia Criminale è un museo fondato nel 1876 a Torino dal medico e antropologo Cesare Lombroso (1835-1909) ed espone le collezioni raccolte prevalentemente per gli studi di Cesare Lombroso nella seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento, composte da preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato, produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e nelle carceri.

 L'esposizione fa parte del sistema museale dell'Università degli Studi di Torino.

Il museo di Psichiatria e Antropologia Criminale venne inaugurato ufficialmente nel 1898, a partire dalla collezione privata riunita da Cesare Lombroso nel corso della sua vita.

Come scrive lo stesso Lombroso: “Il primo nucleo della collezione era cominciato nell'esercito, dove, oltre che misurare craniologicamente migliaia di soldati, avevo accuratamente conservato dei morti i crani e i cervelli; questa collezione venni man mano crescendo, con lo spoglio dei vecchi sepolcreti Sardi, Valtellinesi, Lucchesi, Piemontesi, fatto da me e dai miei amici di Torino e Pavia. Non passava giorno che a Pavia prima, a Pesaro e a Torino poi non cercassi di aumentare la raccolta con crani dei pazzi e dei criminali morti nei manicomi e nelle carceri”.

La collezione venne aperta al pubblico per la prima volta nel 1884, in occasione della mostra di antropologia organizzata nell'esposizione generale di Torino, ma fu solo nel 1892 che la facoltà di medicina dell'Università sabauda annunciò la decisione di voler istituire un museo di psichiatria e di criminologia, senza però eleggere ancora la collezione lombrosiana a tale rango. Questo nonostante Arturo Graf, all'epoca rettore dell'ateneo, lo descrivesse come “il primo museo criminale esistente in Europa”.

Simili collezioni di reperti e materiali legati alla follia e al crimine stavano nascendo in tutto il regno, ad esempio l'esposizione di maschere mortuarie in ceroplastica di Lorenzo Tenchini del 1885 a Padova, il libro pubblicato nel 1894 da Angelucci e Pieraccini sui manufatti realizzati da internati e la collezione di reperti anatomici messa insieme a Napoli nello stesso anno da Pasquale Penta, primo titolare in Italia di una cattedra di antropologia criminale. Infine, proprio durante il primo congresso internazionale di antropologia criminale svoltosi a Roma nel 1885, Giuseppe Sergi lanciò la proposta di un museo nazionale di antropologia criminale. Tutto questo grazie anche al Codice Zanardelli del 1889, che aveva previsto la possibilità di prelevare parti anatomiche dai cadaveri dei detenuti ai fini della ricerca scientifica.

La collezione lombrosiana fu trasferita nel 1896 nei locali del palazzo degli istituti anatomici. Qui avvenne la prima vera apertura al pubblico, nel maggio del 1906, grazie a Mario Carrara, genero di Lombroso. Un notevole incremento del numero dei reperti fu conseguenza di una circolare del 1909 rilasciata dall'allora Ministro di Grazia e Giustizia Orlando, il quale ordinò che fossero trasferiti presso il museo lombrosiano tutti i corpi del reato conservati nelle cancellerie del regno e destinati alla distruzione, con lo scopo di incrementare “una specie di raccolta sperimentale, che presti lumi e sussidio alle ricerche degli studiosi del mondo del delitto”.

Lombroso non vide mai l'inaugurazione del museo, perché morì nel 1909 donando il suo corpo alla scienza, come già prima di lui aveva fatto Carlo Giacomini – il cui scheletro è conservato nel Museo di Anatomia che ha sede nello stesso edificio.

La direzione del museo passò quindi a Mario Carrara, il quale ampliò la collezione soprattutto nella parte relativa alla medicina legale.

Nel 1932, però, Carrara venne espulso dall'università e privato delle cattedre e della direzione del museo, come conseguenza del suo rifiuto del Giuramento di fedeltà al fascismo.

Lo stesso museo fu chiuso, e le teorie positiviste respinte perché non in grado di basare il diritto penale sul concetto di razza.

Nonostante l'apparente intenzione di spostare l'intera collezione a Roma, il museo restò a Torino, e nel 1947 fu trasferito presso l'istituto di medicina legale.

La collezione rimase in stato di abbandono per mancanza di fondi per decenni, fino al 1985, quando, presso la Mole Antonelliana di Torino venne allestita la mostra La scienza e la colpa.

Crimini criminali criminologi: un volto dell'Ottocento, che totalizzò circa 120.000 visitatori, riportando l'attenzione del pubblico sul museo lombrosiano.

Nacque così l'idea di sottoscrivere un Appello per il Museo Lombroso, firmato da diversi intellettuali e studiosi di varie città italiane, rivolto agli amministratori piemontesi e all'università, per la salvaguardia del patrimonio lombrosiano.

E mentre singoli reperti cominciavano ad essere richiesti per mostre anche all'estero, prese corpo l'idea di un riallestimento.

Nel 2009 la collezione trovò la sua nuova sede presso il Palazzo degli Istituti Anatomici di via Pietro Giuria di Torino, in un allestimento permanente e aperto al pubblico.



Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso
Indirizzo: Via Pietro Giuria, 15, 10126
Torino (TO)
Telefono: 011 670 8195
Sito: https://www.museolombroso.unito.it/

Location inserita da CHO.earth nella categoria Museo in Piemonte
Questa location è tua? Richiedi ora la sua gestione: clicca qui

English version

Video: Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso


Location: Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso

Eventi Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso

Museo di Antropologia Criminale: visita Guidata
Museo di Antropologia Criminale: visita Guidata


Se vuoi inserire un evento in questa location clicca qui