Torre di Cala d'Oliva, Isola dell'Asinara (SS)


La Torre di Cala d’Oliva venne costruita nel 1611 su un progetto del capitano ordinario delle Opere del Regno di Sardegna, Andrea Perez.

La sua posizione le permetteva il controllo di una spiaggia frequentata dai barbareschi per la manutenzione delle loro barche. In seguito alla realizzazione della torre l’approdo non risultò più apprezzabile per intrattenersi indisturbati.

La vista che si domina dalla torre permetteva agli addetti di comunicare con i responsabili presenti nella torre di Porto Torres. Nel 1637 un contingente francese attaccò la torre danneggiandola gravemente. Subito dopo però si intervenne, introducendo anche qualche innovazione per renderlo più adatto alla sua funzione.

Restauri furono apportati lungo tutto il Settecento e nella prima metà del secolo XIX: l’ultima manutenzione documentata risale al 1840. Intorno alla prima metà del XVIII secolo la torre di Cala d’Oliva fu al centro di un fatto gravissimo: l’alcaide con alcuni suoi complici salirono furtivamente a bordo di un bastimento francese e dopo aver trucidato quasi tutto l’equipaggio (era scampato all’eccidio un certo Mayolo che si era salvato a nuoto) si impadronirono della nave per poi fuggire verso la Corsica. Il fatto in se suggerisce, forse, l’esistenza di una sorta di complicità dei torrieri con i contrabbandieri.

Questa complicità indusse, nell’ottobre del 1755, il vicerè a proporre un servizio di almeno 4 sciabecchi guardacoste che avrebbero garantito non solo la difesa dei litorali ma anche controllato l’attività dei torrieri.

Il piccolo borgo vicino alla Torre fu abitato dai futuri fondatori di Stintino sino al 1885, anno di istituzione della colonia penale. Da allora Cala d’Oliva non ha più residenti stanziali. Per un secolo fu carcere di massima sicurezza: nel paesino vivevano comandanti, guardie e loro famiglie. Così sino al 1997, quando l’Asinara divenne parco nazionale.

Oggi i locali sono sede dell’ente gestore: ospita l’Osservatorio botanico.

Il cannone (oggi posizionato d'innanzi alla torre aragonese di Cala d'Oliva) non faceva parte del sistema difensivo del borgo omonimo. Il pezzo di artiglieria era stato spostato, alla fine degli anni 40 del secolo scorso dal molo di Fornelli (sotto gli alberi di tamerici), nei pressi della struttura dove si trovava il sanatorio nota oggi come "supercarcere di Fornelli". Si presume che tale cannone fosse destinato alla fortezza del "Castellazzo" oppure fosse una preda di guerra che doveva essere portata via dall'isola.

La ditta Mazzei di Livorno che aveva l'incarico di raccogliere il ferrovecchio presente nell'isola, tentò di portarsi via il cannone imbarcandolo dal molo di Cala Reale ma il giovane Gianfranco Massidda residente nel borgo di Cala d'Oliva denunciò il fatto all’allora direttore del carcere Fadda, che provvedete immediatamente al suo trasferimento nel borgo di Cala d'Oliva.

Alla fine degli anni 60 fu il brigadiere Agnelli (il realizzatore di tutti i più importanti invasi presenti sull'isola) a far si che il cannone fosse posizionato d'innanzi alla torre di Cala d'Oliva così da abbellire il tratto di strada che va dal borgo a "Cala Murighessa" (nota erroneamente come "Cala dei Detenuti"): infatti in quel periodo, gli abitanti del borgo, in quel tratto di strada illuminata con i pali della luce,  erano soliti fare delle passeggiate.



Torre di Cala d'Oliva
Indirizzo: Sassari, 07046
Isola dell'Asinara (SS)
Telefono: 079 503388
Sito: http://www.sardegnaturismo.it

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