Basilica romanica di San Gavino, Porto Torres (SS)


Sardegna, Colonia Iulia Turris Lybissonis, IV secolo d.C. L’impero romano, sotto Diocleziano, è ormai avviato al suo declino che si completerà un secolo più tardi. Il Cristianesimo, dopo essere stato introdotto da Costantino come culto di stato, è ora perseguitato dall’imperatore pagano che cerca disperatamente di ritornare ai fasti della prima età imperiale. Ma ormai, la religione si è diffusa, le comunità cristiane si sono ingrandite, la Chiesa ha creato le sue gerarchie. Il tentativo di Diocleziano è tardivo, ormai il mondo, il pensiero, la cultura sono cambiati e fermare il processo di cristianizzazione apparirà ben presto impossibile.

 

Morte ai cristiani!

Fatto sta che i cristiani non se la passano bene e sono perseguitati, costretti ad abiurare o in alternativa martirizzati. Fra i tanti che vengono individuati dai governatori fedeli all’imperatore ci sono Proto Gianuario, due abitanti della colonia romana fondata da Giulio Cesare nel 46 a.C. I due sono rispettivamente un sacerdote e un diacono e vengono imprigionati per volere di Barbaro, preside della Sardegna e della Corsica. Caso vuole che vengano affidati alla custodia di un soldato romano di nome Gavino che, ammirando la profonda fede dei prigionieri, si converte al Cristianesimo, li libera e affronta con coraggio la sua condanna a morte per decapitazione. Proto e Gianuario subiranno di lì a poco la stessa sorte. 

 

Oggi, a ricordo del punto in cui fu compiuto il martirio dei tre santi, sorge una chiesetta bianca su un costone di roccia, appena fuori il centro abitato di Porto Torres, chiamata popolarmente “Balai lontano” o Santu Bainzu Ischabizzaddu (S. Gavino decapitato). Ad un Balai lontano corrisponde un Balai vicino, la chiesetta di San Gavino a Mare che fa da sfondo ad una piccola insenatura con spiaggia, chiamata anch’essa Balai. Dall’interno della chiesa si accede ad una caverna ipogea dove, secondo la tradizione, furono sepolti i resti dei martiri.

La chiesetta di Balai vicino o San Gavino a mare

Sogni premonitori

Torniamo nuovamente indietro nel tempo, esattamente nel IX secolo d.C. L’impero romano si è dissolto da quattro secoli e in Sardegna siamo nel pieno periodo giudicale. La regione è divisa in quattro grandi Giudicati: Cagliari, Gallura, Arborea e Torres. Quest’ultimo prende il nome dall’antica colonia di Turris e ha dato poi il nome all’odierna città di Porto Torres. All’epoca dei fatti il giudice di Torres è Comita. Secondo la leggenda, egli si ammala di lebbra e una notte gli appare in sogno San Gavino che gli promette una pronta guarigione in cambio della costruzione di un luogo degno in cui riposare in pace insieme ai suoi due compagni di sventura.

Detto fatto: Comita ordina subito la costruzione di un’imponente basilica sulla collina di Monte Agellu, fa traslare i corpi dei martiri dall’originaria sepoltura di Balai e li fa sistemare nel cuore del futuro edificio, la parte più sacra chiamata Martyrion. In realtà, scavi archeologici hanno rinvenuto i resti di una necropoli paleocristiana dove pare fossero inumati i corpi dei santi martirizzati già a partire dal V-VII sec. d.C. Una conferma a questa ipotesi proviene dal rinvenimento delle fondamenta di ben due basiliche paleocristiane - che costituiscono l’attuale cripta - alle quali è stata sovrapposta la basilica romanica di Comita.

La cripta

Record

La basilica è il monumento romanico più grande della Sardegna, anche se la sua gestazione è stata lunga e laboriosa e si è conclusa nel secolo XV. Lo attestano diversi elementi architettonici estranei allo stile romanico, come il portale di ingresso in stile gotico-aragonese. All’interno è possibile notare un particolare unico nell’isola: un altare aggiuntivo, situato nel lato opposto a quello principale che accoglie le statue seicentesche dei tre santi.

 

Tradizione secolare

I tre simulacri sono protagonisti della processione che si svolge ogni anno il giorno di Pentecoste durante la Festha Manna (Festa grande) molto sentita da portotorresi e non. Le effigi dei martiri turritani vengono portate dalla già citata chiesetta di S. Gavino a mare alla basilica di S. Gavino dove rimarranno fino al 3 maggio, data in cui compiono il loro viaggio a ritroso. 

La statua di San Gavino con lo sfondo di Balai vicino

ORARI E TARIFFE

Aprile – Ottobre         9.00-13.00 / 15.00-18.00

(dal 5/05 al 30/09)     9.00-13.00 / 15.00-19.00

Dal 1 Novembre al 31 Marzo il servizio si svolge esclusivamente su prenotazione, da effettuarsi almeno 48 ore prima, al fine di non interferire con le attività parrocchiali.



Basilica romanica di San Gavino
Indirizzo: Piazza Martiri Turritani, 07046
Porto Torres (SS)
Telefono: 348 8996823
Sito: http://www.basilicasangavino.it/

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