Sito Archeologico Romano di Ferento, Ferento (VT)


Storia degli scavi 

La prima notizia di scavi nel sito di Ferento risale al 1588, quando il comune di Viterbo concede a Guglielmo di Domenico Fontana la licenza di “cavare nel castellare di Ferenti, et suo circuito”.

Tuttavia, si può presumere che già dalla prima metà del XVI secolo fossero stati effettuati scassi limitati nell’area del teatro,unico monumento rimasto sempre parzialmente in vista (come si evince da un passo dell’architetto Antonio da Sangallo).

I primi interventi veri e propri sono compiuti solo nel primo quarto del XIX secolo, per iniziativa di Francesco Orioli e Giacomo Semeria dell’Accademia di Scienze e Arti degli Ardenti di Viterbo e si concentrano nelle necropoli etrusco romane delle località limitrofe al pianoro di Ferento.

Le esplorazioni proseguono tra 1850 e 1866 con gli scavi condotti da Giosafat Bazzichelli, probabilmente intorno al teatro.

Solo nel 1900 prendono avvio campagne sistematiche nelle necropoli e nell’area urbana, per iniziativa del viterbese Luigi Rossi Danielli; inizialmente le ricerche interessano le necropoli di Borgo di Ferento e Pianicara, poi viene intrapreso lo scavo della scena e della fossa scenica del teatro. In questa occasione viene rinvenuto il gruppo statuario delle Muse e del Pothos, che costituiva la decorazione del fronte scena.

Tra il 1908 e il 1909 si svolge un massiccio intervento di scavo sul sito di Ferento, condotto dalla “Società archeologica ProFerento”, costituita nel 1906 dallo stesso Rossi Danielli. Vengono portate alla luce le terme e un tratto di basolato del decumano; ulteriori trincee sono aperte a NordEst del teatro (una di queste taglia il settore poi indagato dall’università di Viterbo). Nel 1909 Edoardo Galli della Soprintendenza alle Antichità dell’Etruria dirige lo sterro del settore orientale della cavea e dell’orchestra del teatro. Ma nello stesso anno la morte di Rossi Danielli segna la fine delle ricerche della Pro Ferento. 

Nuove indagini sulle necropoli romane collocate nell’area Nord Est del pianoro sono effettuate nel 19191920, mentre gli scavi nel teatro vengono ripresi e completati solo tra il 1925 e il 1928 mediante lo sterro diretto da Pietro Romanelli della Soprintendenza alle Antichità del Lazio. L’ultimo intervento di sterro ha interessato tra il1957 e il 1960 l’area occidentale del pianoro, con l’apertura di una trincea che ha scoperto l’intero trattooccidentale del decumano e ha messo in luce larga parte di una domus tardo repubblicana ad ovest del teatro. Gli scavi nella città di Ferento sono ripresi nel 1994 per iniziativa del Dipartimento di Scienze del Mondo Anticodella Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’università della Tuscia. 

 

La storia del sito Archeologico

L’insediamento umano sulla collina di Pianicara ha una lunga vita, articolata in diverse fasi, sicuramente tra II a.C.e XII d.C. La città romana di Ferento è erede del centro etrusco di colle S.Francesco Acquarossa, abbandonatointorno al 500 a.C. Dopo la guerra sociale, Ferento diviene municipio con un’area urbana che, al momento dellasua massima espansione, occupò l’intero pianoro ( 30 ettari ).

L’esame delle fotografie aeree ha permesso diriconoscere un impianto regolare con assetto per strigas, forse del III secolo a.C., impostato su un asse principale Estovest(decumano), costituito dal tratto urbano della via Ferentiensis. 

Ferento conosce un momento diparticolare prosperità nella prima età giulioclaudia,con la costruzione del teatro, di un grande impianto termale ela ristrutturazione del complesso forense. 

La continuità dell’abitato in età tardoanticaè testimoniata dall’esistenza della diocesi, documentata dal 487 al649. Ma le vicende del conflitto grecogoticoe la successiva occupazione longobarda, avvenuta poco dopo il 605,determinano per Ferento l’inizio di un periodo di crisi economica e demografica.

La sua evidenza archeologica siosserva nella disgregazione del tessuto urbano e nel restringimento dell’area abitata, segnato dalla costruzione diun muro di difesa che taglia il pianoro all’altezza del teatro e dalla mancanza di tracce di vita stabile nell’area ad est del muro. Privata anche della sede vescovile, trasferita già dai primi anni del VII secolo, a Bomarzo, Ferento siriduce al ruolo di postazione fortificata del gastaldato di Tuscania, vicino al confine longobardobizantino. 

Questo ruolo marginale di Ferento fu in parte superato dal suo inserimento nel IX secolo nei territori della Chiesa; e lacittà, ricordata come civitas, conserva una certa rilevanza nell’amministrazione del territorio. Nulla si conosce sull’assetto politicoistituzionaledi Ferento tra XI e XII secolo, tuttavia un dato certo èrappresentato dall’espansione dell’abitato, con la progressiva rioccupazione degli spazi ad est del teatro e lacostruzione di una nuova cinta di mura che racchiude un’area più vasta. La crescita economica e demograficadell’insediamento porta all’attrito con il vicino comune di Viterbo.

Il conflitto culmina con la distruzione completa di Ferento da parte dei viterbesi tra il 1170 e il 1172. Con un diploma emanato nel 1174, il legato imperiale in Italiaassolve Viterbo dal bando imperiale causato dalla distruzione della città rivale e riconosce l’annessione delterritorio di Ferento al contado viterbese. 

Nei primi anni del XIII secolo l’abbandono di Ferento doveva essersi completato e i possessi delle due più ricchechiese ferentane sono trasferiti a quelle viterbesi. Le episodiche frequentazioni del sito nei secoli successivi sonolegate all’estrazione del ferro e del vetriolo.



Sito Archeologico Romano di Ferento
Indirizzo: Antica Città Romana di Ferento, Strada Ferento, 2, 01100
Ferento (VT)
Telefono: +393287750233
Sito: https://www.archeotuscia.com/

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