Abbazia Olivetana Benedettina Santi Nicola e Paolo VI, Rodengo-Saiano (BS)


L'Abbazia Olivetana di San Nicola a Rodengo-Saiano, in Franciacorta, è un complesso religioso di grande rilevanza spirituale e di notevole interesse storico-artistico.

L'abbazia fu fondata dai monaci cluniacensi - congregazione dell'Ordine di San Benedetto - verso la metà dell'XI secolo.

Un documento del 1085 parla di un già esistente monastero; un altro documento del 1109 fa menzione della dedicazione a san Nicola, che rimarrà inalterata nel tempo.

La ubicazione del monastero fu posta su un quadrivio romano, che portava alla città e serviva da ostello per i pellegrini in viaggio per Roma.

Il sito era già stato occupato in età romana ed altomedievale, come documentato da scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di un muro romano e di una capanna longobarda.

Lo sviluppo del monastero - come quello di altri cenobi cluniacensi presenti in Franciacorta- avvenne inizialmente per impulso della importante badia di Pontida e di quella di San Paolo d'Argon.

Il monastero di Rodengo affermò presto una propria autonomia, in connessione anche con lo sviluppo economico dovuto alle molteplici donazioni ed acquisti di proprietà terriere. Come per tutti gli altri monasteri benedettini la gestione di tali proprietà fece subito riferimento all'ausilio di fratelli conversi.

Moretto, Gesù in gloria consegna le chiavi a san Pietro e il libro della dottrina a san Paolo, 1540 circa, cappella di San Pietro

Già nella seconda metà del XIII secolo, tuttavia, lo sviluppo spirituale ed economico del monastero si era arrestato. Documenti relativi alle adunanze capitolari riferiscono di un numero di monaci e di conversi che non arrivava a dieci persone.

C. Rocchi, tarsia del coro

Alla fine del XIV secolo si arrivò alla installazione di un abate commendatario al posto di quello nominato dall'ordine cluniacense; ma tale evenienza non arrestò - anzi accelerò – la decadenza del monastero.

 F. Ferramola, la Crocifissione del refettorio

Le autorità che avevano voce in capitolo (dal papato, alla diocesi di Brescia, alla Repubblica di Venezia che aveva inglobato i territori bresciani, alla municipalità di Rodengo) si trovarono spesso in disaccordo sulle scelte relative alla gestione del monastero.

G. Romanino, Gesù e la Samaritana al pozzo

Nel 1446, per volere di papa Eugenio IV, la primitiva abbazia fu affidata agli olivetani. Aspri contrasti segnarono la rinuncia ai propri privilegi da parte dell'ultimo abate commendatario, e solo nel 1450 il passaggio del monastero agli olivetani divenne definitivo.

Iniziò subito una forte ripresa delle fortune spirituali ed economiche del monastero. Fu consolidato l'impiego delle proprietà terriere ed altre vennero acquisite anche attraverso i lavori di bonifica dei terreni paludosi circostanti.

Fin dal 1450 si assunse la decisione di riedificare il complesso abbaziale, a cominciare dalla chiesa di San Nicola, interamente ricostruita nel luogo ove sorgeva la vecchia chiesa cluniacensa.

Il progetto di ampliamento delle strutture architettoniche riguardò presto anche la costruzione del chiostro occidentale e del chiostro grande, (rifatto poi nel 1560-70, con l'ampliamento dei piani superiori), e progressivamente interessò tutto il monastero. I priori olivetani si mostrarono subito consapevoli della importanza delle azione intrapresa e furono attenti a valersi della collaborazione dei più importanti artisti bresciani.

Il fervore di opere costruttive si protrasse per circa tre secoli dando luogo ad uno dei complessi abbaziali artisticamente più significativi dell'Italia settentrionale.

Nel Cinquecento furono coinvolti pittori come il Romanino, il Moretto, Lattanzio Gambara e Grazio Cossali; in epoche successive troviamo troviamo impegnati i pittori Gian Giacomo Barbelli, Giovan Battista Sassi ed altri.

Di grande pregio sono anche alcune opere lignee (come il coro a tarsie realizzato da Cristoforo Rocchi nel 1480), opere marmoree ed in ceramica (come le decorazioni del chiostro maggiore).

Nel 1797 il Governo Provvisorio di Brescia, in virtù delle leggi napoleoniche, decretò la soppressione del monastero e la sua assegnazione all'Ospedale femminile di Brescia.

Dopo un lungo periodo di decadenza, nel 1969 l'abbazia è tornata, per interessamento di papa Paolo VI ai monaci olivetani. Si è da allora avviata – con il sostegno della Sovrintendenza di Brescia e di numerose associazioni – un'ininterrotta opera tesa a riportare il complesso architettonico al suo antico splendore.

La comunità ospita monaci e monache di diverse fedi cristiane. Bose è molto attiva nell'ospitalità



Abbazia Olivetana Benedettina Santi Nicola e Paolo VI
Indirizzo: Via Brescia, 25050
Rodengo-Saiano (BS)
Telefono: 030 610182
Sito: http://www.abbaziasannicola.it/

Location inserita da CHO.earth nella categoria Monastero in Lombardia
Questa location è tua? Richiedi ora la sua gestione: clicca qui

English version

Video: Abbazia Olivetana Benedettina Santi Nicola e Paolo VI


Location: Abbazia Olivetana Benedettina Santi Nicola e Paolo VI

Eventi Abbazia Olivetana Benedettina Santi Nicola e Paolo VI


Se vuoi inserire un evento in questa location clicca qui