Altare megalitico di Monte d'Accoddi, Ottava (SS)


Ziqqurat sarda

Che ci fa una ziqqurat in Sardegna? È quello che deve aver pensato Ercole Contu, archeologo preistorico, scomparso nel 2018.

È lui che, negli anni '50 ha condotto la prima campagna di scavo nel sito di Monte d'Accoddi. Da subito, lo studioso e i suoi collaboratori si sono resi conto di essere di fronte ad un complesso monumentale unico non solo in Sardegna, ma in tutta Europa, bacino del Mediterraneo compreso.

Il pensiero è subito andato all'esempio conosciuto più simile: la ziqqurat mesopotamica. È quindi possibile che questi due tipi monumentali abbiano ascendenze comuni, seppur lontani migliaia di chilometri?

L'origine del nome

Un indizio può esserci fornito dall'etimologia. Il nome "ziqqurat" deriva dall'accadico ziqquratu che vuol dire "cima di montagna". Il termine "accoddi" o "akkoddi", potrebbe derivare dal sardo prenuragico kodi, "montagna" (è curioso notare l'assonanza con il termine Akkad, il territorio in cui si è sviluppata la civiltà accadica). 

È dunque ipotizzabile che l'altare avesse la stessa funzione mesopotamica di "montagna cosmica", una sorta di traît d'union tra il mondo sotterraneo, la terra (rappresentata dall'altare stesso) e il cielo, dimora degli déi.

Echi lontani

Il sito di Monte d’Accoddi si trova in un territorio ricco di testimonianze nuragiche e prenuragiche, segno che quel lembo di terra tra le odierne città di Sassari e Porto Torres è stato molto frequentato sin dai tempi più antichi. A pochi chilometri dall’altare si trovano infatti una decina di necropoli e di nuraghi, oltre a dolmen e menhir. 

Anche nelle immediate vicinanze dell’altare sono stati trovati i resti, antecedenti alla costruzione dell’altare, provenienti dalla cosiddetta “cultura di Ozieri”, in parte coeva alla civiltà sumera (3200-2800 a.C.): una necropoli con tombe ipogeiche a domus de janas(particolari tombe scavate nella roccia, tipiche della cultura prenuragica), fondamenta di capanne quadrangolari, un menhir che forse apparteneva ad un santuario e due misteriosi manufatti sferici. Questi ultimi, di dimensioni nettamente diverse, sono stati interpretati dagli archeologi come una rappresentazione simbolica del sole e della luna. Anche in questo caso il pensiero corre alla famosa ziqquratdi Uruk, dedicata al dio della luna Anu o Nanna, probabilmente eretta nello stesso periodo.

Il complesso

L’altare è costituito da una piattaforma sopraelevata a forma di piramide tronca, sulla cui cima era presente una cella (ad oggi sono visibili solo le fondamenta) che era la parte più importante e sacra del monumento. Ma come in un gioco di scatole cinesi, all’interno della piattaforma ne è stata rinvenuta un’altra, più antica e completamente inglobata. Anch’essa era dotata di un sacello. La sommità del monumento si raggiunge tramite una maestosa rampa, lunga circa 42 metri. Questa scenografica struttura doveva certamente essere di grande impatto visivo ed emotivo nelle genti che la frequentavano e contribuiva a quell’aurea di mistero e di sacralità che la avvolge tuttora. 



Altare megalitico di Monte d'Accoddi
Indirizzo: Ex SS 121 KM 222, 07100, Sassari
Ottava (SS)
Telefono: 079 200 8072
Sito: http://turismosassari.it/it/esplora/arte-e-cultura/item/380-monte-d-accoddi-il-piu-antico-esempio-del-mediterraneo-di-altare-preistorico

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