Cavalcata Sarda



Viva il re

Nel 1899, la municipalità di Sassari commissionò all’artista Giuseppe Sartorio una statua raffigurante il re Umberto I. L’opera avrebbe dovuto campeggiare nella piazza d’Italia, la principale della città, punto nevralgico del nuovo piano regolatore introdotto dagli architetti sabaudi. Per l’inaugurazione del monumento, furono invitati gli stessi reali, il re Umberto e la moglie Margherita di Savoia

Gli amministratori pensarono dunque di accogliere la regale coppia dando un assaggio della cultura e del folklore di quell’isola, la Sardegna, che dava il nome al regno dei Savoia, ma che ancora era pressoché sconosciuta e percepita come esotica.

Ebbe così origine la “Cavalcata sarda”, una sfilata di costumi, cavalli (da cui il nome), usi e costumi rappresentativi dell’intera Sardegna che si snodava per le vie principali della città “nuova” (l’ampliamento sabaudo al centro storico di origine medievale) e terminava proprio nella piazza d’Italia, ai piedi del monumento appena inaugurato.

A dire il vero, secondo lo storico sassarese Enrico Costa (1841-1909), la primissima edizione sarebbe avvenuta addirittura nel 1711, sempre in onore di un re, ma stavolta lo spagnolo Filippo V che, all’epoca, annoverava la Sardegna fra i suoi domini. In questa occasione è documentato che la nobiltà isolana sfilò fieramente in costume dinanzi al sovrano straniero.

È morto il re

Dall’edizione di fine ottocento passò più di un cinquantennio in cui il mondo e l’Italia cambiarono. Le due guerre mondiali, il fascismo, la nascita della Repubblica. Anni difficili e tumultuosi a cui seguirono quelli della ricostruzione e i primi accenni del boom economico. In questo periodo, la Cavalcata fu organizzata solo due volte, a distanza di 10 anni, nel 1929 e nel 1939.

Nel 1951, il sindaco di Sassari era Oreste Pieroni, un amministratore molto amato dai sassaresi poiché è stato il primo a dare alla città uno slancio “turistico”. Tra le sue numerose iniziative ci fu anche quella di ripristinare la Cavalcata e di renderla un appuntamento fisso e annuale. 

Proprio per incentivare la produzione e l’artigianato locale, per la prima volta apparirono le bancarelle di prodotti tipici che diventeranno anch’esse una tradizione. Per la prima volta, inoltre, si organizzarono le pariglie dei cavalieri presso l’ippodromo cittadino.

La Sardegna in vetrina

Dal 1951 ad oggi, la struttura e l’organizzazione della Cavalcata sono rimaste sostanzialmente invariate, se non per l’aggiunta di eventi collaterali organizzati nei giorni immediatamente precedenti alla festa.

Uno dopo l’altro, sfilano i gruppi provenienti da numerose località delle quattro province sarde. Ogni paese, anche il più piccolo, ha il proprio costume tradizionale nelle varianti di quello giornaliero e quello della festa. 

I costumi più appariscenti sono decisamente quelli femminili, arricchiti con ricami e gioielli nelle caratteristiche lavorazioni in filigrana e in argento. 

Non mancano i tradizionali costumi carnevaleschi della Barbagia, la regione più interna e conservativa dell’isola:Mamuthones, Issohadores, Boes e Merdules portano in scena antichi retaggi dell’antica società agro-pastorale, rappresentando gli animali da lavoro e i pastori.

Mamuthones

I tamburini e i trombettieri di Oristano, con i loro colorati costumi cinquecenteschi, sfilano in rappresentanza della Sartiglia, torneo di corsa alla stella che ha luogo nelle giornate di Carnevale.

I pescatori di Cabras, con i loro abiti poveri e rigorosamente a piedi nudi, rappresentano una società che basava (e basa in parte tuttora) la propria economia sulla pesca del muggine (da cui si ricava la celebre bottarga).

Ogni paese, inoltre, mostra i suoi prodotti tipici: i dolci, il pane, la frutta, la pasta ecc. 

Costume femminile

I gruppi, di tanto in tanto, interrompono il corteo per esibirsi nei tradizionali canti a tenore (canto maschile polifonico a quattro voci) o nel ballu tundu (danza eseguita da uomini e donne che compiono dei girotondi con passi prestabiliti), accompagnati dal suono delle launeddas e degli organetti. Alcuni gruppi, inoltre, non procedono a piedi, ma sulle traccas, i carri tirati dai buoi e addobbati con fiori, spighe e nastri.

Donne che sfilano

Ma la “Cavalcata” non sarebbe tale senza i cavalli. Ogni anno ne sfilano circa 300, tra cui gli abilissimi e coraggiosi cavalieri di Sedilo (protagonisti dell’Ardia di San Costantino, festa religiosa che ha luogo nel mese di luglio) e i sartiglieri di Oristano. Questi si esibiranno anche nel pomeriggio, in occasione delle pariglie organizzate all’ippodromo di Sassari.

Cavalieri in costume

Tradizioni consolidate

L’edizione 2019 è stata la 70esima ed è stata inserita nelle celebrazioni dell’Anno europeo del patrimonio culturale. La Cavalcata è la sfilata folkloristica laica più importante della Sardegna. Accanto ad essa, non possiamo non citare le più importanti sfilate a carattere religioso dell’isola: la festa di Sant’Efisio di Cagliari (il 1° maggio) e la sagra del Redentore di Nuoro (ultima domenica di agosto).

 

ENG: God save the king

In 1899, municipality of Sassari asked the artist Giuseppe Sartorio to produce a statue depicting King Umberto I. The work was to be exhibited in the main square (piazza d’Italia). This place was the nerve center of new master plan introduced by the Savoy architects. King Umberto and his wife Margherita di Savoia were invited for the monument’s inauguration.

Therefore, administrators thought to welcome the royal couple giving a taste of the island’s culture and folklore. Sardinia gave its name to the Savoy kingdom (“regno di Sardegna”), but it was still almost unknown and perceived as exotic.

Thus originated the "Sardinian Cavalcade", a parade of sardinian costumes, horses, customs and costumes. The event took place in the main streets of the "new" city (the Savoy extension to the medieval old town) and ended in Piazza d’Italia, under the newly inaugurated monument.

In truth, according to historian Enrico Costa (1841-1909), the very first edition would have taken place even in 1711. This edition would have always been organized in honor of a king, but this time the Spanish Felipe the fifth who, at the time, numbered Sardinia among its domains. On this occasion, the historical documents tell that the island nobility proudly paraded in costume before the foreign sovereign.

 

The king died

More than fifty years passed since the end of the nineteenth century, when the world and Italy changed. The two world wars, fascism, end of the monarchy and birth of the Republic. Difficult and tumultuous years, followed by reconstruction and the economic boom’s first hints. In this period, the Cavalcata was organized only twice, in 1929 and in 1939.

In 1951, the mayor of Sassari was Oreste Pieroni, a much loved administrator because he was the first to plan a tourism project for the city. Among his many initiatives, there was also the Cavalcata restoration which became an annual event.

To stimulate local production and craftsmanship, typical products stalls appeared for the first time. Moreover, for the first time, the knights' parishes were organized at the city racetrack.

 

Sardinia in the showcase

Since 1951, the Cavalcata structure and organization have remained almost unchanged.

One after another, groups from numerous locations in the four Sardinian provinces parade. Each country, even the smallest, has its own traditional costume in the daily and party variations.

The most striking costumes are definitely the feminine ones, enriched with embroidery and jewels in the characteristic filigree and silver workings.

There are also the traditional carnival costumes of Barbagia, the most internal and conservative region of the island: Mamuthones,Issohadores,Boes and Merdules recall legacies of the ancient agro-pastoral society, representing working animals and their shepherds.

The drummers and trumpeters of Oristano, with their colorful sixteenth-century costumes, parade in representation of the Sartiglia, a knightly tournament that takes place during the Carnival days.

The fishermen of Cabras, with their poor clothes and strictly barefoot, represent a society that based its economy on mullet fishing (from which the famous bottargais derived).

Moreover, each country shows its typical products: sweets, bread, fruit, pasta, etc.

The groups occasionally interrupt the procession to perform in the traditional canto a tenore (four-part polyphonic male singing) or in the ballu tundu (a dance performed by men and women with pre-established steps), accompanied by the sound of launeddas (typical wind instruments) and accordions. Furthermore, some groups do not proceed on foot, but on traccas, carts pulled by oxen and decorated with flowers, ears and ribbons.

But the "Cavalcata" would not be such without horses. Every year around 300 parade, including the skilful and courageous knights of the village of Sedilo (protagonists of the Ardia di San Costantino, a religious festival that takes place in July) and the “sartiglieri” of Oristano. The riders will also perform in the afternoon, on the parables, organized at the Sassari racetrack.

 

Consolidated traditions

The 2019 Cavalcatawas the 70th and was included in the European Year of Cultural Heritage celebrations. TheCavalcata is the most important lay folkloristic parade in Sardinia. Next to it, we cannot fail to mention the most important religious parades on the island: the festival of Sant’Efisio in Cagliari (May 1st) and the festival of  Redentore in Nuoro (last Sunday in August).


Data: 31/08/2019

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Evento inserito da Caterina Kate


Location: Sassari

Sassari


Sassari
C.so G.M. Angioi, 15
(SS)
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