La Sartiglia



Antica tradizione

Nel 1500, Carlo V era l’imperatore letteralmente di mezzo mondo. Il suo impero, in cui proverbialmente non calava mai il sole, andava dalle Americhe alla Germania, passando per il sud Italia in mano agli aragonesi. 

Tra le sue numerosissime proprietà vi era anche la Sardegna, divenuta territorio vassallo degli spagnoli circa due secoli prima. Oristano, una delle città regie che avevano ottenuto il prestigioso titolo nel 1479 proprio dagli iberici faceva a gara con gli altri importanti centri della Sardegna per onorare il loro grande sovrano, evidentemente al fine di compiacere il vanitoso imperatore.

Uno dei modi più comuni per celebrare il capo di turno era l’organizzazione di giostre equestri, retaggio dei tornei cavallereschi nati nel medioevo. È proprio in occasione di tale avvenimento che abbiamo la prima attestazione certa di un torneo chiamato “Sortilla”

Il termine, mediato dallo spagnolo, proviene dal latino sorticula, ossia “anello”. Ma la parola ha in sé anche la radice sorsche richiama la fortuna, indispensabile in gare di questo genere.

Per aspera ad astra

La Sartiglia, quindi, è una delle manifestazioni più antiche in Sardegna che si svolge in occasione del Carnevale, più precisamente la domenica e il martedì grasso. Per tradizione, l’evento è organizzato dai due gremi (antiche associazioni di arti e mestieri) ancora presenti in città: contadini e falegnami.

La stella con il tempo ha sostituito l’anello e i cavalieri devono mostrare la loro abilità centrandola mentre corrono a tutta velocità sul loro destriero. 

Il protagonista assoluto della giostra è Su Componidori, il Capo Corsa, scelto ogni anno tra i cavalieri più abili e meritevoli nel giorno della Candelora (il 2 di febbraio). Attorno alla sua figura ruota tutta la manifestazione, sin dalle prime fasi che avvengono al mattino, quando Su Componidori viene vestito attraverso un preciso rituale.

La vestizione

Il Capo Corsa viene vestito sopra un palco alla presenza del pubblico da delle giovani vestite in costume tradizionale sardo e il rito è accompagnato dal suono dei tamburini e dei trombettieri, anch’essi vestiti in costumi cinquecenteschi.

Nel momento in cui Su Componidori sale sopra questa tavola rialzata non può più toccare terra. Questo perché nel momento in cui termina la vestizione, egli non è più un uomo ma un semi-dio, simbolo propiziatorio della fecondità. E, in quanto creatura non terrena, perde anche le caratteristiche di genere, diventando un essere androgino. Vestito con pantaloni di pelle, gilet, cilindro nero, velo di pizzo e camicia con pizzi e sbuffi, termina la sua vestizione con l’apposizione della maschera, momento solenne del rito.

 

Dal palco egli sale direttamente sul cavallo, sul quale dovrà restare per l’intera giornata. A questo punto gli viene consegnato il suo “scettro”, sa pippia de maju, composto da un doppio mazzo di viole mammole (rappresentazione del risveglio della terra e della primavera). Con questo simbolo in mano, Su Componidori compie la sua prima “benedizione” alla folla, tracciando in aria il segno della croce: questo gesto verrà ripetuto più volte nel corso della giornata.

La benedizione con sa pippia de manu

Il torneo

Terminata la vestizione, Su Componidori si unisce agli altri cavalieri per dirigersi verso il sito della corsa alla stella. Il corteo, aperto dai tamburini e dai trombettieri, è composto dalle pariglie dei cavalli, riccamente bardati e decorati e dai cavalieri che indossano costumi di varia ispirazione: si va dai costumi tradizionali sardi, a quelli rinascimentali, a quelli spagnoleggianti.

Il corteo

Il triplice incrocio di spade tra Su Componidori, il suo secondo e il suo terzo, decreta l’inizio della corsa, aperto dal Capo Corsa che tenta di infilzare la stella brandendo non una semplice spada ma su stoccu, una massiccia spada di legno. Su Componidori è colui che decide chi, tra i numerosi cavalieri, avrà l’onore di affrontare la corsa consegnando di persona la spada.

La corsa alla stella

Ogni “discesa” dei cavalieri è sottolineata da tamburini e trombettieri che hanno un preciso ritmo e melodia per ogni momento della giornata. 

L’atto conclusivo del torneo è un momento molto sentito dal pubblico: si tratta di sa remada, una prova di coraggio del Componidori che, lanciato al galoppo, percorre l’intero percorso della corsa alla stella sdraiato sul dorso del cavallo, mentre benedice la folla con sa pippia de maju.

Ma il momento per mostrare l’abilità e il coraggio arriva per tutti i cavalieri durante le pariglie. A gruppi di tre a al gran galoppo compiono spettacolari evoluzioni incitati dal pubblico.

La pariglia di Su Componidori

ENG: Ancient tradition

In the sixteenth century, Charles the Fifth was the emperor of a vast territory. His empire, in which “the sun never fell”, went from America to Germany, passing through southern Italy. 

Among its many properties there was also Sardinia, which became a vassal territory of the Spaniards about two centuries earlier. Oristano was a royal city that obtained the prestigious title in 1479. This city competed with the other important centers of Sardinia to honor their great ruler, in order to please the vain emperor.

One of the most common ways to celebrate the leader was the organization of equestrian rides, a legacy of knightly tournaments born in the Middle Ages. On this occasion, we have the first certain attestation of a tournament called "Sortilla".

The term, mediated by Spanish, comes from the Latin sorticula, meaning "ring". But the word also has in itself the root sors, which recalls “luck”, indispensable element in competitions of this kind.

Per aspera ad astra

Therefore, the Sartiglia is one of the oldest events in Sardinia that takes place on the Carnival. By tradition, the event is organized by the two gremi (ancient arts and crafts associations) still present in the city: farmers and carpenters.

With time, the star replaced the ring and the riders have to show their skill by centering it.

Su Componidori (the leader of the race) is the absolute protagonist of the carousel is, chosen each year among the most skilled and deserving riders. The whole event revolves around his figure, right from the first stages in the morning, when Su Componidori is dressed in a precise ritual.

The dressing

The chief of race is dressed on a stage in the public’s presence by young women in traditional Sardinian costumes. The ritual is accompanied by the drummers and trumpeters sound, also dressed in sixteenth-century costumes.

When “Su Componidori” rises above this raised table, he can no longer touch the ground. This is because when the dressing ends, he is no longer a man but a semi-god, a propitiatory symbol of fertility. 

As a non-earthly creature, it also loses its gender characteristics, becoming an androgynous being. Dressed in leather trousers, a vest, a black top hat, a lace veil and a shirt with laces and puffs, he finishes his dressing with a mask: it’s a solemn moment of the ritual.

From the stage, “Su Componidori” climbs directly on the horse, on which he will have to stay for the whole day. At this point he receive his "scepter", sa pippia de maju, composed of a double bunch of violets (awakening of the earth and spring symbol). With this symbol in hand, “Su Componidori” makes his first "blessing" to the crowd, tracing the cross sign in the air: this gesture will be repeated several times during the day.

The tournament

After dressing, “Su Componidori” joins the other knights and reaches the star race site. 

The procession, opened by the drummers and trumpeters, is made up of horse parades, richly caparisoned and decorated, and by knights wearing costumes of various inspiration: ranging from traditional Sardinian costumes, to Renaissance ones, to Spanish ones.

The triple crossing of swords between “Su Componidori”, his second and his third, decrees the beginning of the race. It’s opened by the chief race who tries to pierce the star by brandishing not a simple sword but “su stoccu”, a massive wooden sword. “Su Componidori” is the one who decides who will have the honor of facing the race, among the many knights, by delivering the sword in person.

Every "descent" of the knights is underlined by drummers and trumpeters who have a precise rhythm and melody for every moment of the day.

The final act of the tournament is a moment very felt by the public: it is “sa remada”, a test of courage by “su Componidori” that, launched at a gallop, runs the entire race to the star lying on the horse's back, while blessing the crowd with “sa pippia de maju”.

But the time to show the skill and courage comes for all the riders during the parishes. In groups of three and at full gallop they perform spectacular evolutions incited by the public.


Data inizio: 23/02/2020
Data fine: 25/02/2020

Vedi evento su Facebook

Esporta evento nel tuo calendario

Evento inserito da Caterina Kate


Location: Oristano

Oristano


Oristano
Piazza E. Arborea, 44, 09170
(OR)
Vedi scheda location

Borghi italiani da scoprire