Domus Aurea - Colle Oppio, Roma (RM)


Con Domus Aurea sul colle Oppio si intendono i resti della omonima residenza imperiale fatta costruire da Nerone dopo il grande incendio di Roma del 64.

Le strutture sull'Oppio furono in seguito interrate per costruirvi sopra le Terme di Traiano: proprio per questo motivo l'edificio si è potuto conservare fino ad oggi.

Il Carandini ritiene che la domus Aurea nel suo complesso si articolasse in due corpi principali:

  • il primo era posto tra vestibulum e stagnum e costituiva la parte pubblica;
  • il secondo era sito sull'Oppio e costituiva la parte privata.

Quando un giovane romano cadde accidentalmente in una fessura sul versante del colle Oppio alla fine del XV secolo, si ritrovò in una strana grotta, piena di figure dipinte. Ben presto i giovani artisti romani presero a farsi calare su assi appese a corde per poter vedere loro stessi.

Gli affreschi scoperti allora sono ormai sbiaditi in pallide macchie grigie sul gesso, ma l'effetto di queste decorazioni grottesche, per l'appunto, fu elettrizzante per l'intero Rinascimento. Quando il Pinturicchio, 

Raffaello e Michelangelo s'infilarono sotto terra e furono fatti scendere lungo dei pali per poter studiare queste immagini, ebbero una rivelazione di quel che era il vero mondo antico.

Essi, ed altri artisti che, come Marco Palmezzano, lavoravano a Roma in quegli anni, si diedero a diffondere anche nel resto d'Italia tali "grottesche".

Accanto alle firme di illustri e successivi turisti incise sugli affreschi, quali quelle di Giacomo Casanova e del Marchese de Sade, distanti di pochi centimetri l'una dall'altra[6], si possono leggere anche le firme di Domenico Ghirlandaio, Martin van Heemskerck, e Filippino Lippi.  L'effetto sugli artisti rinascimentali fu istantaneo e profondo: lo si può notare in maniera ovvia nella decorazione di Raffaello per le logge nel Vaticano.

Nel Rinascimento la domus dell'Oppio fu erroneamente chiamata palazzo di Tito a causa dell'erronea identificazione delle terme di Traiano con le terme di Tito.

La scoperta, però, provocò anche l'ingresso dell'umidità nelle sale, e questo avviò il processo di lento, inevitabile decadimento. Alla forte pioggia fu attribuito anche il crollo d'una parte del soffitto. La riapertura di una parte del complesso, chiuso subito dopo il crollo, era prevista per il gennaio 2007, ma il monumento continua a soffrire di una situazione a rischio, dovuta al traffico, alle radici degli alberi del giardino e ad altri problemi riguardanti l'area, che impediscono di proseguire lo scavo e l'esplorazione.

Nel maggio 2019, durante lavori di restauro, gli archeologi del Parco Archeologico del Colosseo hanno casualmente scoperto un ambiente mai esplorato prima. Si tratta di una stanza a volta alta 4,5 metri, dalle pareti decorate con affreschi ben conservati e raffiguranti il dio Pan, pantere e una sfinge, il che le è valso il nome di Sala della Sfinge.



Domus Aurea - Colle Oppio
Indirizzo: Viale della Domus Aurea 1
Roma (RM)
Telefono: +39 06 399 67 700
Sito: http://www.coopculture.it/heritage.cfm?id=51

Location inserita da Anna Carla Angileri nella categoria Sito Archeologico in Lazio
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Video: Domus Aurea - Colle Oppio